Abituati ad esprimersi con il materiale imparato a scuola il bambino conosce il suo corpo, le sue capacità motorie e forza in un parco giochi inagibile per condizioni climatiche e/o decisioni degli insegnanti. I progetti di “psicomotricità” a scuola sono come quelli di natura alimentare…una farsa educativa limitata al tempo che trova senza alcun controllo nella pratica costante. La “psicomotricità” in quanto: giochi di palla, ginnastica artistica, ballo, salto con la corda, juggling, arti marziali… entra in gioco non solo a livello di movimento fisico ma attraverso i campi neuronali che muovono nello specifico.
Non molto tempo fa è stato presentato in una scuola media un corso di un mese (una volta alla settimana per circa due ore) un corso di Juggling per i ragazzi della prima media. Il corso poteva essere interessante ma coloro che lo hano proposto erano dotati di poca coscienza nel chiedere di portare da ogni studente tre palline. Ora, immaginate chi non ha mai fatto juggling in una palestra di basket con 20 ragazzi, ognuno con tre palle da tennis che cadono e ruzzolano per tutto l’ambiente! Una perdita di tempo nel correre dietro alle palle ed una conseguente rinuncia all’esercizio oltre che al caos generato….
La professionalità è dettata non solo in quanto il proporre l’esercizio ma come offrire il servizio. Attivarsi a coscienza ed accendere interesse nello svolgimento dello stesso. Bastava sostituire le tre palle dove nella classe di tecnologia ( comunicazione ed interazione scolastica) si costruisce il materiale (sacchetti della stesso peso e misura) contenenti riso, lenticchie, sale grosso….) dove l’oggetto una volta caduto per terra non porti la perdita di tempo nel rincorrerlo oppure usare tre foulard, fazzoletti colorati. Il dirigente che ha accettato l’interessante iniziativa, un matematico incallito, mancava di conoscenza ma ancor di piu’ chi ha proposto il gioco, nella mancanza totale di esperienza e coscienziosita’ al servizio. l’ offerta non ha avuto seguito e come e’ nata e’ caduta.
